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Roccascalegna – Lago di Bomba – Abbazia di San Giovanni in Venere

Programma

 

 

Domenica 9 ottobre 2022

Un viaggio alla scoperta di alcuni tesori d’Abruzzo

Programma di viaggio per Roccascalegna, Lago di Bomba, Abbazia di San Giovanni in Venere

Ore 07:30 – ritrovo dei partecipanti alle ore 07:30, presso il Bar Kronos di San Giovanni Rotondo e in Via Maggiolini (ex Magazzini Ferri) e partenza per la visita dei tre Luoghi del cuore d’Abruzzo: Il castello di Roccascalegna, il Lago di Bomba, l’Abbazia di San Giovanni in Venere.

Visita con guida, della durata di 90 minuti, della Rocca (che è stata nel film di Garrone “Il Racconto dei Racconti”) e del borgo, Degustazione presso il forno del paese del “pane porchettato”. Tempo libero per il pranzo.

A seguire, nel pomeriggio, visita alla cittadella di Bomba e del lago di Bomba. Trasferimento sulla costa adriatica all’Abbazia di San Giovanni Venere. Al termine (ore 18:30) partenza per il rientro in sede previsto per le 21:30.
FINE DEI SERVIZI

 

La quota individuale di € 35,00 comprende:

  • Circuito in autobus GT per itinerario come da programma
  • Ingresso alla Rocca con visita guidata
  • Degustazione del ” pane porchetta “

La quota NON comprende: tutto ciò non espressamente previsto ed indicato alla voce ” la quota comprende “

Per informazioni e prenotazioni:

Michelina – 338 24 94 611

Maria – 349 05 45 460

Fini Viaggi – 333 90 49 723 ( solo Whatsapp )

gruppi@finiviaggi.it / info@finiviaggi.it

 

 

A seguire proponiamo alcuni cenni storici ed informazioni sul Castello di Roccascalegna, il Lago di Bomba e L’abbazia di San Giovanni in Venere.

IL CASTELLO DI ROCCASCALEGNA

Imponente e misterioso, il Castello di Roccascalegna si erge su uno sperone roccioso che domina le colline a sud est della Maiella comprese tra i corsi dei fiumi Sangro e Aventino. Ormai quasi completamente distrutto, il Castello, dopo circa tre secoli di abbandono, torna a nuova vita solo alla fine del secolo scorso, dopo che gli ultimi proprietari, Croce Nanni, nel 1985 ne avevano fatto donazione al Comune.

Dal cuore del piccolo paese, una ripida e contorta gradinata conduce alle mura della rocca e si apre sul vano che ospitava il ponte levatoio; i torrioni circolari che la difendevano sul lato scoperto dello sperone verso valle sono ancora tutti visitabili con le carceri, i forni e riproduzioni di armi da fuoco d’epoca. Senz’altro questo Castello è uno dei più suggestivi in una regione pur ricca di castelli e seconda in Italia per numero solo alla Valle d’Aosta. Oltre, infatti, alla posizione invidiabile, quasi sospeso fra il cielo e la terra, visibile da tutto il territorio circostante attraverso scorci sorprendenti e sempre diversi, permette a chi lo visita di godere anche di panorami mozzafiato, che spaziano dal massiccio della Maiella alla valle del Sangro verso l’Adriatico.

Ma il Castello di Roccascalegna, non è solo storia, architettura e natura, esso custodisce una delle più intriganti leggende dei tempi feudali. Si narra che l’ultimo feudatario che lo abitò e di cui si conservi memoria, il Barone Corvo De Corvis, con un editto del 1646, avesse reintrodotto lo “ius primae noctis” in forza del quale obbligava ogni novella sposa del Feudo di Roccascalegna a passare la prima notte di nozze con lui. Ma qualcuno si ribellò e il Barone fu accoltellato nel talamo nuziale dalla sposa dissenziente o dal marito travestito, lasciando l’impronta della propria mano insanguinata sulla roccia. Il Castello è stato anche scenario dell’ultima produzione RAI Fiction del Nome della Rosa, di Umberto Eco, di cui ricorre, quest’anno, il 40° anno dalla sua prima pubblicazione.

 

LAGO DI BOMBA

Il lago di Bomba è un bacino artificiale creato sul fiume Sangro da una diga in terra battuta posta sul territorio del Comune di Bomba. Talvolta nelle cartine viene indicato come Lago del Sangro. L’area del lago è una meravigliosa oasi naturalistica che unisce borghi abruzzesi di rara bellezza: Bomba, Colledimezzo, Pietraferrazzana,Villa Santa Maria, Montebello sul Sangro. Nel 2009 è stato sede dei Giochi del Mediterraneo, ospitando attività di rilievo turistico e sportivo. Oggi è in stato di degrado e quasi totale abbandono. È un gioiello dell’area del medio Sangro abruzzese e ci si augura di recuperare tutto il suo splendore ed il suo potenziale.

 

L’ABBAZIA DI SAN GIOVANNI IN VENERE

Il complesso abbaziale di S. Giovanni in Venere sorge a breve distanza dall’abitato di Fossacesia. La tradizione ne riconduce il nucleo originario al VI secolo, quando fu eretto un piccolo oratorio intitolato a S. Giovanni Battista. Nell’847 l’edificio subì le conseguenze di un violento terremoto e nel 1015, Trasmondo, Conte di Chieti, promosse una radicale ricostruzione della chiesa e l’edificazione di un monastero, in cui erano inclusi due chiostri, una scuola ed una biblioteca; nel complesso così definito,  si insediarono i Benedettini. Di questa fase architettonica rimane ben poco.

Momento saliente per la storia del complesso monastico abruzzese è tuttavia da riconoscere nell’anno 1165, nella persona dell’abate Oderisio II e, probabilmente, nell’opera di maestranze borgognone; l’ambizioso abate fece praticamente ricostruire la chiesa pur conservandone l’impostazione, nell’intento di ricreare in essa la solennità delle grandi cattedrali benedettine che già sorgevano numerose in molti paesi d’Oltralpe. S. Giovanni in Venere venne così a costituire uno dei primi esempi in Abruzzo dello stile architettonico cistercense, che da Citeaux si diffuse in tutta Europa.

Alla line del XII secolo l’edificio era praticamente compiuto, sia nell’apparato architettonico che in quello decorativo, compresi gli affreschi della cripta (attribuiti a Luca Pollustro da Lanciano), mentre nel corso del secolo successivo furono portati a compimento il prospetto anteriore e quello posteriore.

Alla suggestiva essenzialità dell’interno, corrisponde infatti un esterno caratterizzalo da una grande creatività plastica. La facciata,  fu realizzata nella parte inferiore all’epoca di Odorisio, mentre il coronamento fu messo a punto solo nel 1346; essa, è animata da bassorilievi raffigurami episodi della vita del Battista, la cui straordinaria efficacia espressiva rappresentò un riferimento importante per la successiva scultura abruzzese. La zona absidale mostra altresì complesse decorazioni policrome di ispirazione islamico-siciliana e pisaneggiante, assemblate in una magnifica cortina muraria, la cui l’originalità non esclude il grande equilibrio compositivo.

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